Produzione di armi in Russia cresce nonostante le sanzioni
L’analisi del think tank britannico RUSI rivela un aumento significativo nella produzione di missili e droni nonostante le restrizioni imposte dall’Occidente
Le sanzioni non hanno frenato la produzione di armi in Russia; al contrario, Mosca ha intensificato gli sforzi per la guerra in Ucraina, incrementando significativamente i numeri in alcuni settori. Questo è quanto emerge dall’analisi del think tank britannico Royal United Services Institute (RUSI), evidenziata dalla NBC.
Le sanzioni varate dall’Occidente negli ultimi due anni avrebbero dovuto complicare la produzione di armi russe, rendendo difficile reperire materiali e componenti precedentemente facilmente ottenibili. Tuttavia, l’analisi del RUSI indica che nel 2022 la Russia ha aumentato notevolmente la produzione di munizioni per artiglieria, missili da crociera, missili balistici e droni.
Nel 2021, prima dell’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin a febbraio 2022, Mosca produceva 56 missili da crociera Kh-101 all’anno. Secondo i dati aggiornati al 2023, la Russia ha prodotto 460 missili da crociera. Analogamente, il numero di missili Iskander è passato da 50 a 180.
La produzione di missili e droni è strettamente legata all’importazione di componenti di microelettronica. Evidentemente, le sanzioni adottate da UE e Stati Uniti non hanno chiuso tutti i canali di approvvigionamento. Il report del RUSI indica che la Russia avrebbe mantenuto rapporti con una compagnia irlandese per la fornitura di antenne, componenti utilizzati per le ‘bombe plananti’ ampiamente impiegate dalle forze armate russe.
“In sintesi, nonostante gli sforzi sostenuti dalla volontà politica di interrompere la produzione militare-industriale della Russia, ci sono pochi risultati da esibire,” afferma il think tank.
Gli esperti del RUSI sostengono che è ancora possibile per gli Stati Uniti e i loro alleati bloccare la fornitura o aumentare in modo proibitivo il costo dei componenti elettronici, dei macchinari e delle materie prime necessarie per la produzione di armi russe. Per rendere le sanzioni più efficaci, il report suggerisce la creazione di un ‘centro di coordinamento dell’intelligence’ per una migliore condivisione delle informazioni, anche classificate, che consentirebbe l’applicazione tempestiva dei controlli sulle esportazioni.
La condivisione di informazioni permetterebbe di agire in maniera coordinata, sia alla luce del sole che in segreto, per minare la produzione di armi della Russia. Ci sono “diverse fasi durante il processo di produzione in cui l’intervento può causare ritardi, danneggiare la qualità delle armi o provocare un grave aumento dei costi per la produzione di armi della Russia,” conclude il rapporto.
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(con fonte AdnKronos)
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