GB: Assange potrà ricorrere in Appello contro estradizione negli USA
I giudici dell’Alta Corte Britannica riconoscono il rischio di un processo iniquo per il cofondatore di WikiLeaks negli Stati Uniti. Accettate le preoccupazioni sulla tutela dei diritti
Il cofondatore di WikiLeaks, Julian Assange, potrà presentare appello contro la sua estradizione negli Stati Uniti. La decisione è stata presa dai giudici dell’Alta Corte britannica, come riportato da Sky News. La corte ha riconosciuto che le preoccupazioni della difesa di Assange, secondo cui il giornalista potrebbe affrontare un processo non equo negli Stati Uniti, non sono infondate.
Se estradato e processato per i 18 capi d’imputazione che gli sono stati attribuiti, Assange rischierebbe fino a 175 anni di detenzione secondo l’Espionage Act del 1917. Tale legge, rispolverata anche nel caso della whistleblower Chelsea Manning, è stata criticata da due relatori dell’ONU, che hanno definito le condizioni di detenzione “assimilabili alla tortura”.
Nel processo di primo grado, ad Assange non era stata concessa la possibilità di presentare un ultimo appello. Ora, l’Alta Corte britannica ha stabilito che, in caso di estradizione, Assange dovrà beneficiare delle garanzie di tutela offerte dal Primo Emendamento, come qualsiasi cittadino statunitense, e che non ci sarà il rischio di una pena di morte. Questi due punti fondamentali, tra i sei sollevati in precedenza dagli avvocati di Assange, sono stati gli unici accettati dai giudici.
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(con fonte AdnKronos)
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